ricomincio da 6
Per questa maledetta pandemia, lo abbiamo imparato, certezze ce ne sono poche; uomini di scienza, politici, economisti, sociologi navigano a vista, inciampano, ci ripensano. E’ normale davanti ad una cosa nuova, sconosciuta ed inaspettata, così come è triste consuetudine che di fronte a qualunque fatto nuovo accanto a scienziati competenti spuntino improvvisati epidemiologi e statistici, pronti ad illuminarci con le loro intuizioni e con i loro “lo avevo detto”.
In realtà in pochi lo avevano detto, era difficile poter prevedere, nessuno era preparato.
E allora cerchiamo di capire se ci sono certezze.
A ben guardare ce n’è una sola: dobbiamo riorganizzare la società per convivere col virus, il che significa che quando entreremo nella così detta fase due, scelta di un decisore politico (poco) sostenuto da (troppe) sovrapposte e confuse task-force, assisteremo inevitabilmente ad un aumento dei contagi. E’ infatti impensabile ed economicamente non sostenibile iniziare la ripresa della produttività quando saremo prossimi a zero contagi, cosa che avverrà fra parecchi mesi e dopo la realizzazione di una vaccinazione di massa.
Vediamo allora come affrontare l’imminente riapertura minimizzando quell’aumento dei contagi che come detto ci sarà comunque, e cercando di ritardare il più possibile e addolcire la curva del secondo picco epidemico; su questo, solo su questo, c’è accordo univoco da parte della scienza e della politica.
I punti individuati sono pochi, ma non per questo semplici da realizzare; e devono essere messi in atto subito per essere pronti quel fatidico giorno:
1) Test su un campione rappresentativo della popolazione con esami sierologici validati (ricerca degli anticorpi) e tamponi (ricerca del virus) al fine da un lato di individuare le categorie a maggior rischio e che richiedono più attenzione, dall’altro di operare un serio studio epidemiologico che aiuti a definire aspetti immunologici molto importanti per le strategie successive.
2) Predisposizione logistica per mantenere il distanziamento sociale e acquisizione di un numero sufficiente di dispositivi di protezione individuale per tutte le persone che torneranno a lavorare e ad uscire.
3) Acquisizione di un numero sufficiente di esami sierologici e tamponi da effettuare sui nuovi casi di sospetto contagio o sui contatti dei nuovi malati.
4) Individuazione di un sufficiente numero di posti letto in covid-hospital (ricoveri ordinari, in sub intensiva e in intensiva) intesi come strutture ospedaliere dedicate, autonome, diverse e separate dagli ospedali ordinari ma (a differenza di quanto frettolosamente deciso per la struttura creata alla Fiera di Milano) in grado di offrire assistenza polispecialistica ad un malato che non è quasi mai malato solo ai polmoni.
5) Individuazione di un sufficiente numero di covid-hotel, ossia alloggi dedicati alla quarantena dei positivi poco sintomatici o asintomatici, evitando di reinserirli in ambienti domestici nei quali, quasi sicuramente, infetterebbero i familiari.
6) Attivazione di un’app che, nel rispetto della privacy (*), sia in grado di tracciare i contatti dei nuovi positivi, e contestuale implementazione di squadre (1000 o 2000 persone in tutto) dedicate ad analizzare i dati identificando ed informando le persone che hanno avuto con contatto ravvicinato con i nuovi contagi. Questa app, che per risultare efficace deve essere utilizzata da almeno il 60-70% della popolazione, dovrebbe (a parere di chi scrive) essere obbligatoria per tutte le persone ad alto rischio e per quelle che si apprestano a riprendere una vita lavorativa e sociale.
Le sei condizioni descritte possono essere rispettate solo grazie all’opera dello Stato centrale e, siamo certi, il lavoro delle ultime settimane da parte del governo e delle sue strutture di supporto è stato dedicato al raggiungimento di quegli obiettivi.
A certi Governatori naif e a quei politici che, non avendo responsabilità di governo, possono permettersi il lusso di fare propaganda da quattro soldi, lasciamo il piacere di lavorare di fantasia e, magari, di prepararsi a rispondere alle domande che verranno loro poste dai magistrati.
Al Governo l’onere e onore di governare.
Riccardo Gilli
(*) il rispetto della privacy si ottiene utilizzando la tecnologia bluetooth; in pratica la funzione dell’app è quella di dire: “pur non sapendo dove sei e cosa fai, se entri in contatto ravvicinato con qualcuno che domani scoprirò essere contagioso sarò in grado di dirtelo”